Salto nel Buio

Cerco di condividere con altri il mio personale salto nel buio e, perchè no, di aiutare chi vorrebbe saltare, ma ha ancora paura per farlo.

venerdì, settembre 15, 2006

Perchè vuoi farlo?

Nel momento in cui ognuno di noi comincia a pensare al proprio salto nel buio è probabile che si senta insicuro e dubbioso e, quindi, vada alla ricerca di consensi.
Comincia a parlare di ciò che gli sta passando per la testa con amici o parenti. Sono convinto che una delle primissime domande che ci vengono poste sia: "Ma perchè vuoi farlo?". Questo di sicuro ci mette in crisi, mette in dubbio quelle motivazioni che stavamo assimilando e ci fa fare un passo indietro, cominciamo noi stessi a dubitare.
Probabilmente le persone fanno quella domanda perchè effettivamente è la prima cosa che viene in mente, cosa ti spinge a cambiare la vita?
Un modo per esorcizzare questa fatidica domanda c'è e si basa sulla convinzione che noi, che stiamo prendendo atto delle nostre motivazioni per il salto, non abbiamo lo stesso modo di pensare di chi invece sta bene con se stesso e con la propria vita. Noi abbiamo maturato la risposta al nostro disagio interiore e siamo pronti a metterci in discussione pur di superarlo. Invece chi sta bene con se stesso, realmente o apparentemente, non potrà mai capire a fondo il nostro punto di vista.
Ebbene, il modo per esorcizzare la domanda "Perchè vuoi farlo?" è rispondere "Perchè no?".
Questa frase testimonia il nostro stato d'animo, la nostra apertura al futuro, che è nostro e non dei preconcetti o delle convinzioni che ci trasmette la società. Noi siamo pronti a mollare ciò che abbiamo, tra ansie e paure, ma convinti che il salto ci darà una nuova vita, un nuovo modo di essere, probabilmente migliore di quello attuale.
Perciò, perchè non farlo?

martedì, settembre 05, 2006

Spunti di riflessione

Mi sono affacciato al mondo dei blog pochissimo tempo fa, ma ho avuto la fortuna di incontrare subito dei blog molto interessanti che mi hanno colpito, perchè i loro autori li stanno modellando proprio come io vorrei fare con i miei.
Questo mi ha portato ad approfondire la conoscenza con persone sicuramente differenti tra loro, ma che hanno sempre qualcosa in comune con me.
Oggi vorrei proporvi due citazioni a mio avviso molto molto intense e significative, che ho avuto modo di conoscere attraverso l'amico blogger Raul.
Le riporto di seguito, ma non le commenterò, lascerò a voi lettori i primi commenti, mi piacerebbe riuscire ad avviare un confronto tra noi su come ciascuno interpreta questi brani, che mi pare calzino a pennello con il tono di questo blog.

La prima è tratta da "J. Cau, Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo, Ciarrapico editore, Roma, 1985"
Nulla è più bello dell’uomo quando avanza. Il soldato che esce dalle file e si dichiara volontario. Il torero che si strappa fuori dal burladero, scaccia i suoi peones e si spiega la cappa. E l’immagine ingenua del cow boy che entra nel saloon, fende l’adunanza pietrificata e si dirige verso il bar. Tutto scricchiola nel cuore degli altri uomini quando uno di loro si fa avanti di due passi, si stacca dalla fila e così foggia intorno a sé una barriera invarcabile di rispetto. Le madri e le fidanzate supplicano e non capiscono che possono avere per rivale la morte. “Non farti avanti! Torna indietro!”. E’ tardi. Il figlio o l’amante ha udito l’incredibile appello di un altro amore e volge verso le donne un viso d’ombra, uno sguardo vuoto. “Non ci conosce più” urla la madre. E’ vero. Lui non è più lo stesso, da quando si è fatto avanti. Non ha più un passato. Donne, vi è straniero perché egli ha scelto di nascere una seconda volta ed è uscito, in quell’istante, da se stesso e non dalle vostre viscere. L’eroismo: selvaggia creazione di sé a opera di se stesso, dell’uomo a opera dell’uomo.

La seconda è un brano di Kenneth Blanchard
Dovremmo imparare a cercare ragioni per cui fare le cose piuttosto che scuse per non farle. La maggior parte delle persone non è consapevole delle proprie doti e di quanto può ottenere dalla vita. Siamo più abili di quanto crediamo e possediamo risorse interiori alle quali non abbiamo mai attinto. Il primo passo da compiere per sfruttare le nostre potenzialità inesplorate è accrescere la fiducia in noi stessi quel tanto che basta per tentare un'impresa che ci sta a cuore, accettando il rischio di un fallimento. Si tratta di uno sforzo che alla fine paga, poichè conduce ad una serie di piccole vittorie ed accresce la sicurezza di se, contribuendo ad aprire la strada verso il successo.